lunedì 23 maggio 2011

Durarara!

Dall'inizio alla fine, senza capirci molto.
Opera indefinibile, questo Durarara. Nasce come light novel, diventa prima manga e poi anime. Mantiene però la complessità narrativa dell' opera scritta, e questo non aiuta certamente a rendere la sinossi evitando gli spoiler.
Per cui, neppure ci proverò.
Sue parole sull'ambientazione: siamo nel quartiere di Ikebukuro ( Ikebuche?), ma lo guardiamo con l'immaginario onirico-distorto alla Murakami.
Ricostruiremo una storia ( o forse molte storie?) saltando fra vari frammenti, ciascuno dato dal punto di vista dei vari personaggi. E si dà il caso che questi personaggi siano un po' sopra le righe, rendendo quindi la storia interessante.

Se non ci capite nulla, è normale. Provate voi a rendere l'idea di un'opera in cui regie e sceneggiature tarantiniane si mescolano al gusto zen per l'essenzialità e alla tipica tendenza giapponese a lasciare le storie un po' in sospeso.
Sicuramente, non viene da dire "già visto, già sentito".

Cosa ci possiamo aspettare da questa storia, o meglio dalle molte storie che in Durarara si intrecciano? Un po' di tutto: gang giovanili di teppisti, spaccati di cultura j-
pop, un po' di moe, killer psicopatici, un tipo mefistofelico e una spruzzatina di sovrannaturale.

La trama inizia con un ritmo relativamente lento, ma non tarda a preparare una bella serie di colpi di scena che continueranno a ribaltare la situazione fino all'epilogo, che risulta non troppo scontato neppure per dei Dude che han visto molto, ma su cui al solito c'è molto da discutere.
Perchè Durarara?

Durarara nasce come light novel seinen, ovvero come libro (a puntate) per "grandi" e porta la firma di Ryohgo Narita. Magari per voi è sconosciuto, ma in patria vince premi letterari ed è discretamente apprezzato.
Dal momento che nasce come libro scritto da uno del mestiere, possiamo aspettarci qualcosa di "serio" come sceneggiatura. In questo comparto, così come nella caratterizzazione del personaggio, Durarara non delude. Abbiamo a che fare con psicologie "credibili" o quantomeno coerenti anche laddove la storia la butta un po' sul sovrannaturale.

Stilema di Narita è anche la composizione non diacronica della storia ed il sopracitato gioco di punti di vista. Ci sono quindi giochetti carini, come momenti in cui si vede la stessa storia ( irriconoscibile!) da due punti di vista, e la si capisce solo con l'introduzione di un terzo.

Ci aspettano colpi di scena, quindi. E non pochi.

Va segnalato però che uno stilema tipico di Narita ( vedesi quello che accade nell'altra sua opera, Baccano) è quello per cui i personaggi non "cambiano" molto. Non ci sono processi di formazione quindi. Chi parte con il carattere A, rimane A fino alla fine. Per cui, chi si aspetta rivolgimenti psicologici al passo con i colpi di scena, rimarrà deluso.

Durarara! è poi un fenomeno di costume. Innanzi tutto lo scenario: il famoso quartiere Ikebukuro, spot per eccellenza delle varie sottoculture giapponesi, è raccontato come se fosse il paese delle meraviglie. Il che è un po' volare bassi, ma c'è un certo lirismo.
A ben guardarlo, poi, si possono scovare tutta una serie di informazioni, spaccati, visioni d'insieme della cultura contemporanea giapponese davvero stimolanti.
Chi è interessato al costume del Sol Levante non può proprio esimersi dal guardarlo, per conoscere e riconoscere tratti sociali tutto sommato ben rappresentati
Menzione d'onore poi per le colonne sonore, a parere del Dude davvero d'eccezione. Potreste ritrovarvele come suonerie del cellulare in men che non si dica.
Infine, Durarara! non è il solito anime-fumetto.
In una produzione come quella nipponica, che costruisce generi e sottogeneri canonizzati che nemmeno Aristotele, Durarara! è proprio una ventata d'aria fresca.

Durarara beneficia però della sua natura "per pubblico maturo". No, non perchè ci sono laghi di sangue o ragazze nude. Anzi, il fanservice è poco e nullo, la violenza... bah, ben entro i limiti del ragionevole. Molto equilibrato da questo punto di vista.
Certo che questo ha un prezzo. Se volete qualcosa di completamente spensierato, o non troppo complesso, Durarara non è molto adatto. E' una di quelle cose che esige un pochetto di attenzione, per non perdere i dettagli che rendono bello il complesso. Ed anche perchè ci sono un paio di passaggi cervellotici. Non è un Ranma½ insomma.

Voglio Durarara!

Ok. Ma quale?
Ci sono diversi formati:
Al solito, se mai qualcuno dovesse acquistare i diritti per la distribuzione nel nostro provincialissimo stivale, tutte queste forme di distribuzione cesseranno.

Tenete di conto poi che l'anime non copre l'intero arco delle light novel ( da quanto leggo, e nonj ho tutto il materiale sottomano). Le light novel sono effettivamente un po' più coerenti, ma leggerle online non è proprio il massimo della praticità.

Nota a margine. Se a qualcuno di voi venisse il ticchio di diventare fanboy/fangirl di questa serie (con tutto che è un seinen) ci sono un tot di forum che potrete trovare di vostro gradimento, come questo, questo e questo.

Pro
  • Avvincente e per nulla scontato.
  • Struttura narrativa davvero avvincente.
  • Maturo, e quindi ti lascia qualcosa in più.
Contro
  • Staticità nella psicologia dei personaggi.
  • Incipit un poco lento.
  • Il finale dell'anime è lasciato un po' in sospeso.
Voto: 9 / 10

Dice Dude01: Uno dei migliori seinen prodotti recentemente. Raccomandato a chi piace il genere, a chi vuol guardare un anime maturo, a chi piace il costume giapponesi o le narrazioni stile Murakami.

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